Yoga è una cura?

Questo articolo nasce con il desiderio, e la speranza, di fare un pochino di chiarezza rispetto allo Yoga e alla sfera emotiva.

Per l’occasione ho intervistato Valentina Lombardi, psicologa e psicoterapeuta.

Con l’augurio che questo articolo possa essere una piccola linea guida per approfondire tanto altro.

Mettiti comoda o comodo e buona lettura!

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Ciò che ci avvicina alla pratica dello Yoga

 è la risoluzione di un bisogno o di un problema. “faccio yoga per dimagrire” “faccio yoga per la schiena” ecc

Ognuno di noi ha avuto una motivazione che lo ha avvicinato alla pratica e questa è del tutto soggettiva e rispettabile!

Ciò che sfugge o che ci inganna è l’aspettativa, ripiegando sulla pratica dello Yoga la risoluzione al dolore o al bisogno: ma lo Yoga non intende la medicina ed il benessere in questi termini! 

Effettivamente

siamo occidentali indaffarati e stressati, ci stiamo sempre più abituando a risoluzioni immediate e immediatamente efficaci, ma talvolta sono necessarie tempistiche più lunghe quando siamo alla ricerca di “un tempo di cura per noi stessi”. La pratica dello Yoga è di enorme sostegno per il benessere psicofisico di ciascuno di noi, ma non è un’aspirina. Si tratta di un percorso non lineare e questo è il suo bello!

Sentiamo spesso parlare di ansia, sarà un termine inflazionato? Che cos’è l’ansia?

Lo Yoga cura l’ansia? Chiediamolo alla terapeuta!

Intervista

Convieni con me sul fatto che il termine ANSIA è usato in modo improprio?

Ni, è vero che a volte il termine “ansia” è usato al posto di termini che indicano altre emozioni (la rabbia o l’imbarazzo, per esempio, ma anche emozioni meno intense come la preoccupazione), però dobbiamo tenere a mente che l’ansia non è solo quella travolgente, che blocca e provoca una serie di fastidi e disturbi fisici, ma è prima di tutto un’emozione (sana) abbastanza frequente nell’esperienza emotiva di una persona. Quando si parla di ansia, quindi, ci si riferisce in primis all’emozione e non sempre al quadro patologico di un Disturbo d’ansia, decisamente meno frequente rispetto alla prima.

Cos’è l’ansia in Psicologia?

È un’emozione, esattamente come la rabbia, la tristezza, la sorpresa. Così come la tristezza non è un Disturbo dell’umore, allo stesso modo l’ansia non è solo un Disturbo d’ansia. L’ansia è un’emozione utile, ed è un bene sperimentarla. È quell’emozione che ci fa studiare per un esame (e qui sentiamo dire “sono in ansia perché tra una settimana ho l’esame e devo ancora studiare un capitolo) e che, in generale, attiva e mobilita le nostre risorse indirizzandole verso un obiettivo, anticipando e pianificando una risposta funzionale. Quando le cose funzionano così si resta nell’esperienza emotiva “buona”, quella sana e adattiva. A volte, però, quell’emozione viaggia un po’ troppo e diventa pervasiva e intensa, tanto da interferire con la quotidianità. Parliamo sempre di ansia, ma all’interno di un quadro di disturbo.

Cosa si intende per "arousal"?

 È il grado di attivazione neuro-psico-fisiologica di fronte ad uno stimolo interno o esterno. L’arousal può essere basso, come durante il sonno, oppure elevato come nel caso di un’attivazione/eccitazione diffusa. Va pensato come un continuum che raccoglie differenti gradi di attivazione.

Che differenza c’è tra arousal e ansia?

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Vorrei chiarire questo punto: ultimamente pensiamo che lo yoga sia una medicina per ogni cosa, ma per quanto il corpo ci dia valide avvisaglie per percepire uno stato alterato e per quanto esistano valide tecniche per intervenire e placare la sintomatologia, possiamo dire che forse non basta?! È sempre complesso generalizzare, ma quando è il caso di rivolgersi ad un terapeuta?

Consentimi, innanzitutto, di dirti che è bellissimo sentir parlare così un’insegnante di yoga!

Sono un po’ allergica ai tuttologi, quelli che hanno la soluzione a qualsiasi problema e si occupano di tutto. Preferisco un approccio integrato e multidisciplinare, che guarda al sintomo, o più in generale al funzionamento della persona, da più punti di vista e con lo scopo di dare all’individuo più strumenti possibili.

Ho praticato yoga per diversi anni e lo ritengo un aiuto validissimo in svariate situazioni ma.. non è la panacea, così come non lo è la psicoterapia.

Quando c’è un disturbo, e quindi parliamo di un’esperienza più o meno invalidante, pervasiva e totalizzante, lo yoga non basta, ma non bastano nemmeno lo sport o l’ansiolitico, da soli. Tutto utile ma all’interno di un lavoro più ampio. Se mi fratturo una gamba non faccio un ciclo di massaggi.

Allo stesso modo, se sono alle prese con l’ansia patologica che non mi dà pace, è il caso di contattare un terapeuta perché il lavoro principale è da fare lì.

Se poi tutto intorno mi ritaglio anche degli spazi per la pratica yoga, lo sport o la musica, a seconda di quello che mi va di fare, attivare un cambiamento sarà più semplice.

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